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Le principali tematiche di ricerca interessano:
Particolare attenzione è stata dedicata, in questi ultimi anni, allo studio delle malattie causate da patogeni terricoli e, tra queste, a quelle indotte da specie fungine dei generi Phytophthora e Armillaria. Nell’ambito di questa linea di ricerca sono state segnalate e descritte nuove specie di Phytophthora e nuove combinazioni patogeno-ospite, quali ad esempio P. palmivora-olivo e P. cinnamomi-avocado, per quanto riguarda le piante di interesse agrario, P. palmivora–lavanda, P. tropicalis-convolvolo e P. palmivora-grevillea, per quanto riguarda le piante ornamentali, P. pseudosyringae-faggio e P. citricola-castagno, per quanto riguarda le piante forestali. Di notevole interesse gli studi, tuttora in corso, che hanno condotto alla identificazione delle specie di Phytophthora che causano il marciume del colletto delle piante di pesco. Sono stati messi a punto, inoltre, metodi pratici per la determinazione quantitativa dell’inoculo di Phytophthora nel terreno. Essi vengono utilizzati per il monitoraggio delle popolazioni di questi patogeni in programmi di difesa integrata (IPM) e guidata e per valutare gli effetti di pratiche colturali sulla dinamica delle popolazioni stesse. Interessante, in questo settore, lo sviluppo di metodi di diagnosi molecolare basati sulla PCR, che consentono l’identificazione dei patogeni in tempo reale. A questo filone di ricerca vanno ricondotti gli studi di carattere eminentemente pratico che hanno riguardato la valutazione della resistenza di portinnesti degli agrumi e del pesco ai marciumi radicali causati da specie terricole di Phytophthora. Studi epidemiologici, infine, hanno riguardato la distribuzione nei boschi della Calabria delle specie Europee di Armillaria. Un settore di ricerca importante è quello dello studio delle malattie virali e fungine di colture tipiche dell’area Mediterranea, quali olivo, pesco e agrumi, tra le colture arboree, fragola, cipolla e pomodoro, tra le colture ortive. Per quanto riguarda le malattie virali, le ricerche hanno riguardato prevalentemente le modalità di trasmissione o di diffusione mediante vettori, lo sviluppo di tecniche di diagnosi molecolare e la selezione di varietà o cloni esenti da infezioni virali, attività quest’ultima di supporto a quella vivaistica. Per quanto riguarda le malattie fungine, gli studi hanno riguardato prevalentemente la messa a punto di strategie di difesa a basso impatto ambientale e, in questo contesto, anche la definizione di aspetti epidemiologici ed eziologici poco noti di alcune delle principali malattie di queste colture. Sono state particolarmente sviluppate le ricerche sulla malattia dell’olivo nota come “lebbra”, che causa gravi danni nell’Italia meridionale e segnatamente in Calabria. Questi studi hanno riguardato la variabilità genetica dell’agente causale, una nuova specie di Colletotrichum, aspetti epidemiologici (determinazione delle condizioni ambientali favorevoli alle infezioni, modalità di estivazione e svernamento dell’agente patogeno, suscettibilità delle diverse varietà di olivo alle infezioni ecc.), la fisiopatologia del processo di infezione (in particolare, la individuazione di geni coinvolti nell’interazione pianta-patogeno), la messa a punto di strategie di difesa. Di rilievo anche gli studi miranti all’ identificazione e alla caratterizzazione degli agenti causali dell’antracnosi della fragola (Colletotrichum acutatum) e dell’antracnosi della cipolla (C. circinans). Le ricerche di Fitoiatrìa, la branca della Patologia Vegetale che studia i mezzi e le strategie di lotta contro le malattie delle piante, hanno riguardato prevalentemente lo sviluppo di metodi di lotta eco-compatibili, cioè a basso impatto ambientale. Rientrano in questo filone di ricerca la sperimentazione di sostanze naturali, quali ad esempio il bicarbonato di sodio o il fosfito di potassio, contro malattie di piante arboree ed erbacee e le applicazioni della tecnica della “solarizzazione” (basata sull’impiego dell’energia solare), da sola o in combinazione con altri mezzi, quali ad esempio l’innesto su piante erbacee, contro patogeni terricoli di piante ortive. Per quanto riguarda la “solarizzazione” sono stati impiegati nuovi materiali plastici che hanno consentito di migliorare notevolmente l’efficacia di questo metodo di lotta. Un’altra tematica alla quale è stata dedicata particolare attenzione è quella relativa all’impiego della lotta biologica basata sull’”ipovirulenza” contro una grave malattia del castagno, il cancro della corteccia, causata dall’Ascomicete Cryphonectria parasitica. In questo caso, l’applicazione sperimentale della lotta biologica è stata preceduta ed è continuamente e costantemente sostenuta dallo studio della variabilità e della struttura genetica delle popolazioni locali dell’agente patogeno. Altre ricerche in itinere sul cancro della corteccia del castagno riguardano aspetti della fisiopatologia della malattia e la selezione in vitro di linee di castagno resistenti |
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